Edoardo Leo: da "Un medico in famiglia" alla nomination al David di Donatello

Edoardo Leo: da "Un medico in famiglia" alla nomination al David di Donatello

Quando Edoardo Leo, nato il 21 aprile 1972 a Roma, ha iniziato a calcare i palcoscenici, pochi avrebbero immaginato il percorso che lo avrebbe portato dal teatro d’autore ai riflettori del grande cinema italiano.

Il giovane romano, cresciuto nel quartiere Roma 70, ha concluso gli studi al liceo scientifico per poi laurearsi in Lettere nel 1999 presso Università "La Sapienza" di Roma. Quella formazione umanistica ha alimentato il suo amore per le parole, una passione che si sarebbe tradotta in una carriera poliedrica di attore, sceneggiatore e regista.

Primi passi nel teatro

All’inizio degli anni ’90 Leo ha fatto il suo debutto tra le quinte del teatro classico, interpretando ruoli in produzioni come Troilo e Cressida. Un incontro decisivo è avvenuto quando ha lavorato con il leggendario Gigi Proietti, che lo ha diretto in Birdy – Le ali della libertà e nella versione teatrale di Dramma della gelosia, ispirata al film di Ettore Scola. Quei primi ruoli gli hanno insegnato a gestire la comicità e il dramma con la stessa naturalezza.

La svolta televisiva

Il grande salto su schermo è avvenuto nel 1995 con il debutto televisivo in La luna rubata, diretto da Gianfranco Albano per RaiDue. Ma è stato tra il 2003 e il 2004, grazie al ruolo di Marcello nella terza e quarta stagione della popolare serie Un medico in famiglia, che ha conquistato il pubblico italiano. Lì, il personaggio, innamorato della dottoressa interpretata da Martina Colombari, ha mostrato una dolcezza genuina, facendo di Leo un volto familiare nelle case di tutta Italia.

«Lavorare su un set così affiatato è stato come far parte di una grande famiglia», ricorda Leo in una recente intervista. Quell’esperienza ha aperto le porte a una serie interminabile di apparizioni televisive: da L’avvocato Porta a Il maresciallo Rocca, passando per Blindati (2003) – quest’ultima opera firmata dal regista Claudio Fragasso – fino a produzioni più recenti come Il clandestino (2024).

Il debutto cinematografico e la nomination al David di Donatello

Nel 1997 ha varcato la soglia del cinema con La classe non è acqua di Cecilia Calvi, seguito da Grazie di tutto di Luca Manfredi nel 1998. Tuttavia, il vero riconoscimento arriva nel 2010, quando Leo scrive, recita e dirige 18 anni dopo. Il film, una commedia drammatica sul ritorno a casa di un giovane dopo il militare, gli vale una nomination ai David di Donatello nella categoria migliore regia.

«Volevo raccontare una storia che fosse allo stesso tempo personale e universale», ha spiegato Leo durante la cerimonia di premiazione. Anche se non ha vinto, la nomination ha fissato il suo nome nel pantheon dei registi emergenti.

Collaborazioni e successi recenti

Tra il 2012 e il 2014 Leo è stato protagonista di una serie di commedie che hanno registrato ottimi incassi al botteghino. In Viva l'Italia (2012), diretto da Massimiliano Bruno, ha interpretato un impiegato pubblico che sogna di cambiare la politica nazionale. L’anno successivo, Buongiorno papà lo ha visto al fianco di Raoul Bova e Marco Giallini, mentre Smetto quando voglio (2014) ha consolidato il suo status di “uomo della commedia”.

Nel 2014 ha inoltre recitato in La mossa del Pinguino di Claudio Amendola e in Ti ricordi di me? accanto a Ambra Angiolini. Ma il vero colpo di scena è stato il cameo in To Rome with Love di Woody Allen, che ha portato una punta di Hollywood nella sua carriera.

Impegno sociale e vita privata

Oltre al palcoscenico, Leo è molto attivo nel sociale. Dal 2015 fa parte del consiglio direttivo di Una Nessuna Centomila, fondazione impegnata nella lotta contro la violenza di genere. Partecipa inoltre all’unione Unita, che difende i diritti dei lavoratori dello spettacolo.

Dal punto di vista personale, è sposato con Laura Marafioti dal 2000; la coppia ha due figli, Francesco e Anita. In una chiacchierata a casa, Leo ha scherzato: «Le sceneggiature le scrivo al buio, ma a cena è sempre luce accesa… è così che funziona la vita di famiglia!».

Prospettive future

Guardando avanti, Leo sta preparando un nuovo progetto audiovisivo che unisce docu‑fiction e teatro, previsto per il 2025. Il tema centrale sarà la rinascita culturale delle periferie romane, un argomento a cui è particolarmente legato per via delle sue radici nel quartiere Roma 70.

Nel frattempo, il suo ruolo in Il clandestino (2024) ha già acceso la curiosità dei critici, che lo descrivono come una delle interpretazioni più intense della sua carriera.

  • Data di nascita: 21 aprile 1972
  • Formazione: Laurea in Lettere, La Sapienza (1999)
  • Prime apparizioni: Teatro (anni ’90), TV (1995)
  • Nomination: David di Donatello – Regia (2010)
  • Impegno sociale: Una Nessuna Centomila, Unita

Domande frequenti

Qual è stato il ruolo che ha portato Edoardo Leo al successo televisivo?

Il personaggio di Marcello nella serie Un medico in famiglia (2003‑2004) è stato il trampolino di lancio: un giovane innamorato e genuino, che ha conquistato il pubblico e lo ha reso un volto familiare nella TV italiana.

Come ha influito la nomination al David di Donatello sulla sua carriera?

Essere riconosciuto come regista per 18 anni dopo ha rafforzato la sua credibilità dietro la macchina da presa, aprendo la strada a progetti più ambiziosi e a collaborazioni con registi di rilievo come Massimiliano Bruno.

Quali sono le cause sociali a cui Edoardo Leo si dedica?

Fa parte del consiglio di Una Nessuna Centomila, che combatte la violenza di genere, e collabora con l’unione Unita per migliorare le condizioni contrattuali degli artisti e dei tecnici del settore.

Cosa possiamo aspettarci dal prossimo progetto di Leo?

Leo sta sviluppando una serie che mescola docu‑fiction e teatro, incentrata sulla rinascita culturale delle periferie di Roma. Il formato innovativo dovrebbe uscire nel 2025 e promette di coinvolgere anche giovani talenti emergenti.